IL VIAGGIO DI TERESA: TEATRO VASCELLO SALUTA IL NUOVO ANNO CON GRANDE EMOZIONE
La spinosa questione dell'eutanasia al centro dello spettacolo Il viaggio di Teresa, testo che ha chiuso il 2021 al Teatro Vascello di Roma.
Scritto e diretto da Caterina Venturini, lo spettacolo ha catturato l'attenzione del pubblico sin dalle prime battute.
Due sorelle, due caratteri diversi, Bianca e Anita, pochi anni di differenza, si confrontano sulla vita, sugli amori, sui figli, sulle decisioni e sul temperamento che le differenzia. Buio. Luce. La loro madre Teresa è in viaggio verso un clinica dove trascorrerà le sue ultime ore. Carola Cassola dà volto alla donna, perfetta nel ruolo dell'anziana vitale, colta ed energica che con difficoltà accetta di essere un peso per le figlie. Ammira il paesaggio dal finestrino di un treno che la porta verso la fine dei suoi giorni, fuma una delle sue ultime sigarette ed è orgogliosa di aver organizzato tutto da sola all'insaputa delle sue figlie.
Sarà un libro che le verrà regalato in viaggio a farla riflettere sulla sua decisione.
Se il tema centrale è la decisione di mettere fine alla propria esistenza, attorno ad esso ruotano tantissime tematiche che caratterizzano la vita dell'anziana donna e delle sue figlie.
Ognuna di loro ha preso nella vita delle decisioni: chi per amore, chi per paura della solitudine, chi per orgoglio decisioni che ora inevitabilmente si intrecciano facendo venire a galla segreti per troppo tempo nascosti.
Un lavoro apparentemente semplice, ma anche lo spettatore meno attento non può non cogliere le tante sfumature che lo caratterizzano.
Dentro Il Viaggio di Teresa c'è la vita con i suoi alti e bassi, con i suoi bivi, le sue scelte e le conseguenze delle stesse. Dentro Il Viaggio di Teresa ci sono speranze di un cambiamento, paure di restare immobili, incastrati nelle antiche scelte di un tempo, buone per quel momento ma ormai stantie.
Dentro il Viaggio di Teresa c'è emozione e vita, la stessa che pullula su un palcoscenico che respira qualità.
Un ottimo lavoro grazie all'interpretazione della stessa regista nei panni di Bianca, la figlia minore; Anita interpretata perfettamente da Maurizia Grossi e l'immensa Carola Cassola.
Un regia delicata, poco invadente, elegante e allo stesso tempo decisa, rende questo lavoro godibile e lascia riflettere sulla morte e anche sulla vita, su quella voglia, che tutti dovrebbero avere, di non alzarsi mai da tavolo se non si è sazi.
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